Neoclassicismo (Italian Edition) by Fernando Mazzocca

Neoclassicismo (Italian Edition) by Fernando Mazzocca

autore:Fernando Mazzocca [Mazzocca, Fernando]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00JDM8PDK
editore: Giunti
pubblicato: 2014-03-26T00:00:00+00:00


DAVID E CANOVA

I due grandi centri di elaborazione dell’arte neoclassica e della sua diffusione internazionale rimangono Roma e Parigi. In primo luogo per il loro gemellaggio culturale che, garantito a partire dal Seicento dalla presenza a Roma della grande Accademia di Francia, univa le due città in nome della tradizione classicista che da Poussin a Subleyras si era perpetuata, senza soluzione di continuità, fino al Settecento.

In seconda istanza per la complessità di un sistema dell’arte, che non aveva eguali altrove, basato sulle relazioni tra gli studi degli artisti, le accademie, le esposizioni, lo sviluppo delle riviste e dell’editoria specializzata. Mentre il grande mercato dell’arte e la divulgazione ruotavano a Parigi intorno alla grande macchina espositiva dei Salon, le cui cronache, come nel caso di Diderot, riuscivano a coinvolgere e appassionare un pubblico più vasto, a Roma, anche se la circolazione delle opere e delle informazioni poteva apparire più elitaria, la concentrazione degli studi e delle presenze straniere continuavano a fare della Città eterna uno straordinario luogo di incontro e di confronto. È qui che viene rilanciata la produzione della scultura che, tra l’intervento di restauro integrativo sui marmi antichi e la progettazione dei complessi monumentali, si avvaleva di una solida tradizione fondata su un’articolata organizzazione industriale del lavoro negli studi. Sempre negli atelier, che a Roma svolgono il ruolo che altrove è delle accademie, vengono elaborati i nuovi modelli della pittura di storia. I successivi protagonisti della trasformazione di questo genere destinato a costituire, insieme alla scultura, la più alta e genuina espressione del neoclassicismo, furono Batoni, Mengs, Gavin Hamilton e David. Nel primo, il passaggio dal naturalismo d’ascendenza barocca al gusto riformato avveniva sul versante di un repertorio mitologico e allegorico legato alla cultura dell’Arcadia e del classicismo precedente. In Mengs invece il rigore formale dell’artista filosofo, collegato a Winckelmann e al proprio impegno teorico, si traduceva in una pittura normativa condizionata da un forte richiamo all’antico e alla tradizione classicista del Seicento. Una maggiore adesione ai contenuti eroici e alle idealità morali espresse dall’arte e dalla letteratura degli antichi (ma anche dalla storia romana) – in particolare Omero (i cui poemi erano oggetto di un’appassionante riscoperta in tutta Europa) e le incorrotte virtù della Roma repubblicana – si ritrova nei ritmati e levigati dipinti storici eseguiti, come quelli di Mengs, negli anni Sessanta da Gavin Hamilton. L’incisione garantì loro una diffusione universale. Fortuna condivisa dalle tele presentate a Londra, tra le esposizioni della neonata Royal Academy e quelle organizzate dalle gallerie private, dai pittori provenienti dal Nuovo mondo.

Al loro capofila Benjamin West, destinato a succedere a Reynolds nella direzione della prestigiosa accademia londinese, spetta la creazione, in cui fu seguito dai suoi conterranei come John Singleton Copley e John Trumbull, di un nuovo tipo di pittura storica in cui irrompevano in tutta la loro attualità gli eventi contemporanei, quelli delle guerre per l’indipendenza americana, ma anche avvenimenti di cronaca, trattati con un taglio documentario quasi giornalistico, nella resa fedele dei fatti e dei costumi, ma nello stesso tempo



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